Quando lo rividi dopo qualche giorno lui mi rimproverò tantissimo dicendomi che non si poteva fare il gesto delle "corna" puntando le dita verso il cielo, e si perchè: "Dio avrebbe pure potuto pensare che ce l'avessi con lui". Li per li rimasi un po basito, pensavo che Dio in quanto tale sapesse pure decifrare se un gesto fosse rivolto a lui o meno. Resta il fatto però che il mio amico era solito fare spesso il chirichetto in parrocchia, ne dedussi perciò che ne sapesse più di me in materia e che avesse ragione lui. Cosi da quel giorno non feci mai più quel gesto per non correre inutili rischi e mi costruii l'immagine di un Dio alquanto permaloso e diffidente.
Credo proprio che i "grandi" quesiti che mi sono posto poi per tutta l'adolescenza siano iniziati quel giorno. Domande, soprattutto le prime oggi mi fanno sorridere ma allora mi angosciavano non poco. Quello che proprio non riuscivo a comprendere all'inizio erano i reali metodi che Dio adoperava per giudicare gli uomini e quanti e quali fattori teneva in considerazione, che so: l'applicazione, la buona intenzione etc. E poi mi chedevo come facesse a giudicare un insano di mente oppure un tibetano, e si perchè i tibetani sono quasi tutti buddisti. E che gli vai a dire all'altro mondo ad un buddista... . Al catechismo avrei voluto fare qualche domanda ma capii subito che non era possibile, e poi come facevo ad aprir bocca proprio io che non ricordavo il "Credo" a memoria.
Adesso a diversi anni di distanza le teorie di Darwin e quella del Big bang mi hanno leggermente chiarito la questione, ma solo in parte. Rimangono ancora molti quesiti insoluti e vi giuro che quando li scoprirò saprete i primi a saperlo.