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5 luglio 2013

Il Parco di Capodimonte

Quando si sviluppa una visione nuova dell'intera esistenza ci si accorge di tanti particolari che in uno stato meno evoluto di consapevolezza (per cosi dire) invece non si notano affatto. Non che io sia arrivato a chissà quale verità, anzi,  però comincio ad interrogarmi in modo sempre razionale ma non limitato su cose che fino a qualche anno fa davo per scontate, irrilevanti oppure ritenevo pura fantasia.

C'è chi sostiene che nel corso della storia moltissimi grandi artisti avessero accesso ad una conoscenza superiore ma non potendola divulgare pubblicamente per vari motivi hanno cercato di inserire nelle loro opere messaggi esoterici atti a ricordare all'uomo la proprio vera essenza ed origine. Tanto per fare qualche nome stiamo parlando di Michelangelo, Leonardo, Dante, Shakespeare etc.

 La Divina Commedia di Dante per esempio ha diverse interpretazioni di lettura, una di tipo letterale, una di tipo allegorico ed un altro di tipo esoterico. Lo stesso poeta c’è lo ricorda in una sua opera minore “Il Convivio”. Ma ogni opera d'arte può contenere messaggi di tipo iniziatico: un dipinto, una scultura, un poema, i rosoni delle chiese. Beh forse i rosoni delle cattedrali sono già di per se dei messaggi in codice, in ambienti iniziatici infatti vengono definiti sigilli. Quello nella foto per esempio è il Rosone

 che si trova all'interno del Maschio Angioino (Castel Nuovo) di Napoli sulla facciata anteriore della cappella Palatina. Ho sempre pensato che avessero molto in comune con i mandala orientali, i centrini all'uncinetto delle nonne ed i cerchi nel grano fatti dagli alieni (...mo' però non mi chiedete se sono stati effettivamente fatti dagli alieni perchè io proprio non lo so). Michele Proclamato, uno studioso dell' Aquila che ha speso non so quanto tempo a cercare di decifrare il significato di un  rosone di una cattedrale aquilana sostiene di aver scoperto attraverso calcoli matematici un sapere derivante da un'unica matrice che ha chiamato dell'ottava, ma che non sto ora qui a spiegarvi anche perchè non ne sarei in grado. Addirittura sostiene che soltanto osservandoli e quindi contemplandoli ci si arricchisce interiormente. Quest'ultima cosa a dire il vero la sostengo anch'io, io credo che ogni figura armoniosa sia essa naturale o creata artificialmente ha il potere di trasmettere perlomeno serenità. Io per esempio mi incanto davanti allo splendore di un cristallo di un fiocco di neve ed alle sue geometrie perfettamente simmetriche.


Ritornando alle opere d'arte cariche di significato multiplo si deve dire che spesso interi palazzi, castelli e cattedrali venivano realizzati con criteri ben precisi sempre nello stesso senso. 
Addirittura un parco verde può essere progettato secondo teoremi iniziatici. Ecco cosa ho letto a proposito del Parco di Capodimonte sul sito Iointeriore


Questa enorme macchia di verde sotto, estesa quanto 150 campi di calcio, è il Parco di Capodimonte a Napoli, un posto che adoro, specie per i dipinti conservati nel Palazzo Reale, espressione d'arte di cui sono follemente innamorato. In basso a sinistra, per mezzo di una strettoia (la serie dei pallini gialli) tra due costruzioni chiamata proprio Porta di Mezzo, si accede ad un piazzale che dà su cinque viali (che abbiamo evidenziato con delle lettere dalla A alla E) . In realtà, se osservate le lettere, manca la C e, visti dall'alto, i viali che da qui si biforcano sembrano essere davvero solo quattro.




                                   


Infatti sul quinto di questi viali, il viale C, è nascosto un messaggio esoterico; clicca sull'immagine seguente per ingrandirla e individuare il quinto viale, quello con la lettera "C":
                                            

Sì, il viale con la lettera C corrisponde proprio al vialone centrale, quello più lungo di tutti; ma questo vialone (la foto sotto) ha anche un'altra caratteristica: è un viale buio e in fondo ad esso c'è una sorpresa.


                                  

Innanzitutto esso è l'unico che alla sua fine contiene un messaggio; inoltre, essendo al centro, è sinonimo di equilibrio e, come potete osservare dalla fotografia, è coperto dalle piante, al punto da non poter essere visto dall'alto.

Questo vialone può essere paragonato alle scelte che facciamo nella vita: evitiamo lo Sconosciuto - il buio - l'essere centrati su noi stessi, per incanalarci su sentieri ovvi. Infatti gli altri viali sono sicuramente più agevoli, ma sono anche molto scontati, data la loro illusoria luminosità e non portano in nessun luogo significativo. Allo stesso modo se vogliamo rimanere sulla retta via, dobbiamo affrontare cose che non sono così facili come quelle che troveremmo sugli altri viali. Infatti il misurarci con la parte più nascosta di noi (quella che risponde alla scontata luce delle scelte emozionali chesappiamo sempre dove ci portano) potrebbe certamente impaurirci al punto da convincerci a non affrontare il viale centrale interiore.

Ma, si sa, chi segue la via centrale, impervia, lunga e buia, trova se stesso, al contrario di altri che preferiscono rimanere nella banalità della finta luce della personalità navigando perennemente nella quotidiana routine emozionale.

E veniamo alla sorpresa: il viale centrale termina con una statua raffigurante un Gigante.



il Gigante, la statua alla fine del vialone centrale del Parco Reale


Questa statua, riposizionata meno di una decina d'anni fa nella sua sede originale, simboleggia il fatto che chi imbocca la difficile via interiore, trova se stesso o meglio, il vero Se Stesso, il Gigante. Osserviamo più nel dettaglio il Gigante e noteremo due peculiarità che saltano subito all'occhio: in testa ha un vaso e nella mano destra un pugnale.


Il vaso simboleggia la conoscenza, il pugnale la giustizia e l'equilibrio.

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