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10 aprile 2010

Le pagliuzze e la trave

Tenere un diario è consuetudine di un uomo solitario.
Tenere un blog invece cos'è consuetudine di un
isolamento sociale? Al diario si consegnano i pensieri più
privati: Paure, ossessioni, contraddizioni. Certo si può
farlo anche con il blog, ma non senza una vena
narcisista credo. Nel diario ciò che si tende a fare è
principalmente parlare di se a se stesso. Solitamente
con la massima sincerità. Nel blog invece si parla di se
agli altri. E non sempre si è del tutto sinceri. Anzi, quasi
mai del tutto. Beh in questo post mi sono ripromesso di
essere quanto più sincero possibile. Quello di cui intendo
scrivere è un analisi dei miei ultimi comportamenti e su
quanto siamo bravi e capaci di illuderci di essere diversi
dagli altri.
Avete presente la storiella di quel tizio che guardava le
pagliuzze nelle pupille degli altri e non si accorgeva che
lui invece aveva un'intera trave in un occhio!? Come era
possibile poi non mi è ancora chiaro. Sai che dolore!
Ecco...io mi sono sentito proprio come quel tizio.
Mi spiego: Quello che vedevo in una persona che aveva
deciso di mettersi a dieta o in un'altra che spendeva un
patrimonio in cosmetici od in un'altra ancora
ossessionata dal footing e dall'attività fisica in generale
era solo un patetico ed illusorio tentativo di fermare il
normale decadimento a cui tutti siamo destinati. La cosa
davvero non mi incuteva nessun timore. Ma solo perché
la vedevo cosi lontana che sembrava quasi impossibile
dovesse accadere anche a me.
Tutto è cominciato quando ho avvertito la necessità di
curare un po di più il mio aspetto fisico. Non lo avevo
mai fatto veramente prima. Non ne avevo ragione. Sono
stato considerato sempre un bel ragazzo, non lo dico per
vanità, non in questo post almeno. La cosa credevo che
mi lasciasse del tutto indifferente, a stento facevo caso
ai complimenti (strano che me li ricordi però...) ai
paragoni o a qualche sguardo ammiccante e furtivo che
ricevevo. Credo che l' impulso a prendermi cura del mio
lato esteriore sia nato il giorno in cui presentai il mio
nuovo collega di dieci anni più giovane di me a tutti gli
altri. Complimenti di natura prettamente estetica tutti
per lui e nessuno per me, com'era giusto che fosse. Ed
inoltre avevo lasciato la sala senza che nessuno mi
avesse degnato di un minimo sguardo di qualsiasi
natura. Corsi allo specchio e mi resi conto della realtà:
Qualche chilo in più, sempre più capelli bianchi e senza
più quella tonicità di prima. Non da buttare ma non più
come prima. Mai più come prima.
Pensai che tanto ormai a chi dovevo piacere più? E poi
dai che discorsi...non era proprio da me interessarmi di
queste cose.
Ma era vero? Se con la mente mi dicevo queste cose con
i miei comportamenti rivelavo un disagio da affrontare.
Sentii all'improvviso la necessità di acquistare un'auto
bella. Prima per me l'auto era considerata solo un mezzo
di trasporto, il fatto che fosse bella o brutta era del tutto
irrilevante, l'importante era che il motore fosse ok per il
resto...Anzi avevo sempre acquistato auto che
passassero inosservate soprattutto ai ladri visto che ho
già dato in questo senso. D'un tratto invece l'auto
doveva essere bella. Oddio si cambia idea per carità
ma...nel mio caso era un po sospetto. Analizzandomi
sempre di più ho riflettuto sul fatto che un'auto bella
può anche essere un'estensione del proprio io. In
questo modo avrei recuperato inconsciamente la
bellezza ormai persa. Fortunatamente però le mie attuali
risorse economiche mi hanno indotto a riflettere se era
proprio il caso di affrontare una nuova spesa senza
averne bisogno realmente. E mi sono reso conto di
quanto conti per tutti noi oggi il fattore estetico. I
continui messaggi che ci lancia la società dicono che
bisogna essere sempre al top, avere un corpo che
rispetti i canoni estetici imperanti diviene una sorta di
necessità per le relazioni sociali. Essere belli può
diventare il requisito indispensabile per essere e sentirsi
accettati. Ecco vi ho rivelato la natura della trave che era
nel mio occhio e che ho faticato non poco a togliere.
Oddio forse ne ho ancora qualcuna che non riesco a
levare, chissà che non sia il caso di andare da un buon
oculista.

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