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16 maggio 2010

Un "giornalista-Giornalista"

Non sono solito scrivere recenzioni sui film che mi sono piaciuti su questo blog, ne tanto meno quello che sto per scrivere ne vuole essere una. Sta di fatto che ho appena finito di vedere “Fortapasc” che narra la vicenda di Giancarlo Siani, un giovane giornalista del Mattino di Napoli ucciso dalla camorra nel 1985 e mi è piciuto molto. Il film ha il merito di non consacrare Siani come un' eroe o uno che si è immolato per la giustizia, ma soltanto come un ragazzo a cui piaceva Vasco Rossi, che aveva intenzione di fare bene il suo lavoro e che voleva diventare un “giornalista-giornalista”, per questo nei suoi articoli non taceva mai notizie scomode o pericolose. Aveva una coscienza civile come c'è l'abbiamo in tanti in fondo, ma lui a differenza nostra aveva anche il coraggio di urlare la propria disapprovazione e denunciare senza pensare troppo alle consuguenze. Ma in un paese come il nostro questo è un lusso che non ci si può permettere e quel ragazzo ha fatto la fine che ha fatto a soli 26 anni. Io mi sto chiedendo se almeno il suo sacrificio sia valso a qualcosa visto che dopo tanti anni di distanza la storia si ripete ancora con i casi di Roberto Saviano e Rosaria Capacchione che per aver denunciato al loro volta gli affari e gli intrecci sporchi tra politici e camorra sono costretti a vivere sotto scorta. Serve a qualcosa o ci si rovina soltanto la vita ad essere “giornalisti-giornalisti” se poi tutti gli altri sono “giornalisti-impiegati” ?

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